Museo Vincenzo Florio

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Antonio Catanzaro, con l'ultima erede dei Florio, Costanza, e il figlio del pilota Lo Piccolo
Antonio Catanzaro, con l'ultima erede dei Florio, Costanza, e il figlio del pilota Lo Piccolo

Targa Florio è anche Cerda, e lo sa bene Antonino Catanzaro, da 23 anni, curatore del museo Vincenzo Florio del piccolo centro madonita.

Antonio esprime la sua passione genuina per la Targa Florio e della sua adorata Sicilia con una collezione privata visitabile gratuitamente, prenotando la visita telefonicamente.
Ospitato in un vecchio garage che era il quartier generale della scuderia Alfa Romeo, questo piccolo ma intenso museo espone una copiosa raccolta di foto, in bianconero e qualcuna più recente a colori, oltre a rari cimeli, trofei, libri, dépliant, tute di celebri piloti, cataloghi, registri e oggettistica legata alla corsa.
Ex operaio della Fiat di Termini Imerese, una volta raggiunta la pensione, ha potuto occuparsi della sua più grande passione giovanile a tempo pieno.
Fra i molti oggetti esposti spicca la Targa del 1926, l’unica ad essere stata consegnata personalmente da Vincenzo Florio ad una casa costruttrice, la Bugatti, che proprio quell’anno portò a casa un risultato eccezionale: primo, secondo e terzo posto.
Il museo di Cerda si trova nel centro abitato poco distante da Floriopoli, ovvero le Tribune di Cerda con i box. “Ogni volta che passò di lì – racconta Catanzaro – sento una fitta al cuore per la rovina e l’abbandono, per tacere delle condizioni del percorso, spesso non facilmente percorribile a causa di smottamenti, buche profonde sul manto asfaltato e pericolosi gradini dovuti all’incuria e alla pessima manutenzione”. Poi spiega il lento e inesorabile declino: “Il 15 maggio 1977 il marchigiano Gabriele Ciuti su Osella sbandò sul rettilineo di Buonfornello provocando la morte di due spettatori…
…L’Automobile Club Palermo fu costretto a mettere all’asta le tribune, i box e la palazzina della Direzione Gara, ossia il “quartier generale” della corsa, per fronteggiare i danni conseguenti all’incidente.
Il guaio è che nessuno si è mai fatto avanti nelle numerose aste che si sono succedute negli anni.
Per giunta il progetto di restauro prevede una spesa consistente, superiore ai 60 milioni di euro, difficili da trovare in questi tempi di crisi senza il generoso intervento di qualche grosso sponsor”. Nell’attesa di un’azione concreta, bisogna accontentarsi dei plastici di Floriopoli.
Il Museo merita una visita e fare una chiacchierata con Antonio, oltre ad essere piacevole, arricchirà di aneddoti anche la conoscenza dei più appassionati della Targa Florio.
Info e prenotazioni, Antonio 3405397480.

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